Gabriel Fekete e le sue donne in terracotta.

di Raffaele De Grada

E’ ammirevole come Ada Zunino riesca da quarant’anni a far conoscere e valorizzare artisti giovani in un’epoca in cui il “talento” è sempre più oscurato dall’effimero. E questi scultori giovani come Gabriel Fekete di origine ungherese danno priorità alla possibilità di riordinare le fila di un’arte tanto antica che ha segnato lo stile degli scultori dalla Grecia a Roma fino ad oggi.

Il nostro artista è nato a Milano e proviene da una famiglia di scultori ungheresi da diverse generazioni. Ha frequentato l’Accademia di Brera con i professori Lydia Silvestri e Giancarlo Marchese. Lavora da alcuni anni su un tema sviluppato spesso dagli scultori: la figura femminile.

Queste giovani che rappresenta sono di oggi, escono da una sfilata, sono preoccupate di emergere con la bellezza.

Viaggiano, si mostrano, non sono donne di casa. Uno dei temi attuali è la donna col chador, lì, coperta. In altre epoche si direbbe una suora. Non ha un’aria sottomessa e quanto prima lo lascerà. Per certe capigliature si può ricordare Camille Claudel (8 dicembre 1864 – 19 ottobre 1943), la compagna di Auguste Rodin, come se l’anima di quest’artista volasse in queste giovani. Belle e con tanti capelli, le extension che fanno ricordare le acconciature del 1600.

Si riuniscono a gruppi davanti ad un bel paesaggio, talvolta una di loro si siede con un giovane guardando le stelle o ascoltando la musica. Il nudo a volte ha un punto di fuga, un panno dimenticato. Il lavoro di casa non interessa.

Forse bisogna ripartire dalla natura come dalla formella in marmo bianco esposta alla grande mostra di Roma dove il contadino torna a casa al tramonto portando con sé la mucca con un agnello legato al suo fianco dove occhieggia una pianta dal casolare. Quest’opera del secondo secolo a.C. dal museo di Berlino ci indica la strada. Vivendo città l’artista ha perso il racconto della natura e penso che Gabriel Fekete potrà sviluppare opere importanti con il ritorno alla natura, il principio estetico che ha rinnovato l’arte francese stanca del Settecento con la scuola di Barbizon e oltre.

 

Milano, Aprile 2010