A Tigliole la stagione della scultura.

di Angelo Mistrangelo

Nella chiesa romanica di San Lorenzo a Tigliole d’Asti, costruita nel XI-XII secolo su una piccola collina del Monferrato, è stata allestita una pregevole personale dello scultore Gabriel Fekete.
E’ l’ultimo esponente di una serie di artisti che Clizia Orlando ha selezionato per questo spazio suggestivo, spoglio, acceso dalla luce atmosferica che illumina la navata dove l’arte contemporanea ha trovato ospitalità e collocazione.

Milanese, ma di origine ungherese, si è diplomato in Scultura all’Accademia di Brera, allievo di Lydia Silvestri e Giancarlo Marchese. Autore del ritratto di Papa Giovanni Paolo II, è stato invitato a diverse mostre d’Arte Sacra e alle collettive della Galleria Ada Zunino di Milano.

In particolare, Fekete affida al plastico modellato delle sue terrecotte il corpo femminile, il profilo di giovani donne, l’immagine di Salomè o di un’educanda.
Il discorso appare delineato con una sapiente e sensibile resa delle forme, dell’espressione degli occhi, della definizione di un sentimento che è vita, sensualità, dolcezza e sottile malinconia esistenziale.

Scultura, quindi, come testimonianza dell’essere e del divenire dell’umanità, della segreta consapevolezza del valore della bellezza, del pudico apparire della donna vista attraverso una fluida «classicità» dei volumi anatomici, che va ben oltre all’apparenza per consegnare a questo nostro tempo il senso profondo di un’interiorità rivelata.

 

Torino, Luglio 2010